Michele Sambin: Avvistamenti 2015
Sigla Avvistamenti 2015 realizzata da Giuseppe Boccassini AVVISTAMENTI 28 – 29 – 30 – 31 dicembre 2015 Il Cineclub Canudo organizza da lunedì 28 a giovedì 31 dicembre 2015 presso il Laboratorio Urbano Palazzo Tupputi a Bisceglie, in Via Cardinale Dell’Olio 30, la tredicesima edizione della Mostra Internazionale del Video e del Cinema d’Autore Avvistamenti, con il patrocinio dell’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, del Comune di Bisceglie e della Provincia di Barletta – Andria – Trani. Quest’anno Avvistamenti dedica una mostra e una retrospettiva a un grande artista totale, come lo avrebbe definito Ricciotto Canudo, maestro indiscusso della sperimentazione in Italia, Michele Sambin. Si comincia con lui lunedì 28 dicembre alle ore 19, in un incontro con Bruno di Marino, studioso di immagini in movimento, nel corso del quale si ripercorreranno attraverso parole e visioni circa 45 anni di carriera dell’artista, per poi proseguire con la video performance Looking for Listening 1977-2015 per voce, violoncello, sassofono e telecamera e, al termine, l’inaugurazione della mostra Michele Sambin – Solo, che sarà visitabile, dopo l’inaugurazione, dal martedì al sabato dalle ore 17.30 alle 20.30 fino al 30 gennaio 2016. «Dalla pittura al disegno, dal cinema al video, dal teatro alla musica: Sambin è un artista totale, che ha attraversato i diversi campi della creatività facendoli interagire tra loro. “Solo” è il titolo della mostra che Avvistamenti gli dedica da leggere con molteplici significati: in primis quello musicale, poiché il suo percorso può essere considerato come un flusso continuo, un assolo audiovisuale, frutto di calcolo e di improvvisazione, ricco di elementi ricorrenti e di infinite variazioni sul tema. Ma Sambin è sempre stato “solo”, cioè estraneo a qualsiasi movimento o tendenza artistica, inclassificabile, estraneo al sistema dell’arte (eccetto nel periodo in cui ha fatto parte della galleria Il Cavallino di Venezia, che fu comunque un laboratorio fuori dagli schemi). Sambin, insomma, è uno sperimentatore solitario, controcorrente, in anticipo sui tempi – pensiamo alla geniale intuizione del videoloop di cui nella mostra/rassegna ci sono diversi esempi – che ne fanno un pioniere nel campo della videoarte; Sambin è un artista tutto da riscoprire. E questa occasione si aggiunge ad altre recenti esposizioni (personali e collettive), tutte volte a ricostruire un tragitto complesso della sua ricerca, un corpus fatto di opere molteplici, che meriterebbero sicuramente di essere storicizzate attraverso una retrospettiva più ampia. Solo, dunque, non è altro che una sintesi, un’introduzione all’estetica di Sambin e alla sua opera, riproposta secondo un raggruppamento per serie di lavori, ma senza una netta suddivisione cronologica, anche perché – come nel caso di Oihcceps – l’artista ha deciso di aggiornare l’installazione, creando una nuova versione in cui il tema dell’identità, legata al dispositivo elettronico, si rafforza grazie al confronto tra l’Io del passato e l’Io del presente. Un altro lavoro definibile up to date, in cui Sambin mette in scena un dialogo temporale, è l’installazione-performance Looking for Listening: qui l’artista suona il sax e il violoncello con il suo alter-ego di 37 anni fa (in pratica suo figlio) che compare sui monitor, usando un terzo strumento musicale, ovvero la videocamera, da cui scaturisce un’equivalenza quasi alchemica tra suono e immagine. Questa azione dal sapore psicanalitico è suscettibile di un’ideale (utopica?) prosecuzione tra altri 37 anni, quando cioè un Sambin ultracentenario potrebbe suonare con i suoi doppi virtuali (suo nipote e suo figlio). info: 340 2215793 – 340 6131760 – info@avvistamenti.it scarica il CS Avvistamenti Foto di Salvatore Simonetti Foto di Fonte Silvia Meo
Foto Cineclub Canudo
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