|
Il Cristo proibito
E’ il titolo di una rassegna di film che il Cineclub Canudo propone per il mese di maggio, ogni mercoledì a partire dal giorno 8, nell’ambito di un ciclo di proiezioni che il cineclub, ormai da 5 mesi, dedica al cinema all’Indice, interrogandosi sulla necessità e sul ruolo di un’istituzione controversa come la censura in uno stato democratico quale è il nostro.
Quello di questo mese potremmo definirlo, con un eufemismo, “cinema in croce”, poiché i film in rassegna hanno in comune la centralità del simbolo cristiano per eccellenza, la croce appunto, non più riferibile – per effetto della violenza iconoclasta del cinema di Bunuel, Pasolini, Monty Python, Scorsese, Ciprì e Maresco – alla religiosità borghese, ridotta ad inerme e consunta ritualità. Mostrando l’inadeguatezza di tale riduzione ad esprimere il senso del sacro, Pasolini ne “La ricotta” – episodio del film collettivo “RoGoPaG”, che costò all’autore l’accusa di “vilipendio alla religione di Stato” – inchioda i credenti alle proprie responsabilità, alle proprie colpe: hanno ucciso Dio, sembra voler ribadire, proprio coloro che pretendono di possedere Dio – per dirla con Nietzsche. E’ da qui che riparte il cinema di Ciprì e Maresco, espressione di una religiosità disillusa, che porta alle estreme conseguenze quel silenzio di Dio, divenuto nei suoi figli omertà mafiosa.
Ma la storia ha mostrato come sia proprio di un “cinema in croce” il fatto che esso viva due volte, come il Totò-Cristo, sdoppiato più che risorto, carnefice e vittima al contempo, simbolo di una religiosità ipocrita, che si scaglia contro i presunti eretici con una veemenza pari solo alla ferocia del destino, per la verità tragicomico, di un Messia fatto squagliare nell’acido dal mafioso, suo alterego, Totò. Il che sembra profeticamente annunciare la sorte che sarebbe quasi toccata alla pellicola, accusata anch’essa, come “La ricotta”, di vilipendere la religione cattolica. Ha mostrato inoltre come la circolazione di film crocifissi dalle censure talvolta assomigli più ad un ritorno dei morti viventi che ad una resurrezione vera e propria. E’ il caso ad esempio di “L’age d’or” di Bunuel, riesumato a Parigi soltanto nel 1981, dopo essere stato vietato negli anni ’30 o, tanto per restare nel nostro cattolicissimo paese, del già citato “La ricotta” che dovette subire manomissioni e tagli per poter tornare a circolare nelle sale, così come per “Brian di Nazareth” di Terry Jones si dovette aspettare ben 12 anni prima che fosse distribuito, o “L’ultima tentazione di Cristo”, di Scorsese, accolto in modo isterico dall’integralismo cattolico e infine “Totò che visse due volte” di Ciprì e Maresco, i cui incassi sono la prova di quanto la censura abbia nociuto al film. Altro che pubblicità!
Il programma delle proiezioni di maggio è il seguente:
L’indice
Il Cristo proibito
mer 8 L’age d’or (1930)- Luis Bunuel
La Ricotta (1963)- Pier Paolo Pasolini
mer 15 Brian di Nazareth (1979)-
Terry Jones
mer 22 L’ultima tentazione di Cristo (1988)- Martin Scorsese
mer 29 Totò che visse due volte (1997)-
D. Ciprì e F. Maresco
François Truffaut
lun 6 Gli anni in tasca (1976)
lun 13 L’uomo che amava le donne (1977)
lun 20 La camera verde (1978)
lun 27 L’amore fugge (1979)
Info: 340.2215793 – 340.6131760; cineclubcanudo@libero.it
Orario spettacoli: 21.30
Tesseramento annuale: 10.00 euro
Tags: Bunuel, censura, cineclub, cineforum, cinema d'autore, Ciprì e Maresco, indice, Monty Python, Pasolini, rassegna, religione, Scorsese, Terry Jones, Truffaut
|