Free Jafar Panahi (2010)

IL CERCHIO - bisceglie DSC00386

Il cinema per il cinema: Recidivi è con Jafar Panahi

«Essere un regista in Iran è molto difficile per chiunque voglia rimanere indipendente da chi comanda. Io ho sempre cercato di esserlo, facendo film che piacessero a me e non a determinate persone. Per quelli come me c’è un prezzo da pagare, e fino ad ora io mi sono potuto permettere di pagarlo».

Jafar Panahi

La notte del 1° di marzo 2010 è accaduto qualcosa in Iran che ha cambiato definitivamente il senso del nostro essere cinefili qui in Italia come ovunque nel mondo. Uno dei più lucidi e coraggiosi cineasti di quel paese, Jafar Panahi, insieme alla moglie, alla figlia e ad altre 15 persone, tra cui i registi Mohammad Rasulov, Mahnaz Mohammadi, Rokhsareh Ghaem-Maghami e il cineoperatore Ebrahim Ghafari sono stati arrestati da agenti in borghese della polizia iraniana che hanno fatto irruzione nella sua abitazione. La motivazione è di aver filmato, con il fine di documentarle, le proteste seguite alle elezioni del giugno scorso. La notizia del suo arresto, e della detenzione degli altri registi, ha fatto scalpore per la notorietà internazionale del personaggio coinvolto, ma Panahi è solo una delle migliaia di persone arrestate a causa della loro opposizione nonviolenta al regime.
Per questo motivo l’Associazione di Promozione Sociale “Recidivi”, REte del CInema, del DIgitale e del VIdeo di Puglia e Basilicata, promuove un’iniziativa, cui aderiscono anche ARCI e C.I.S.S. (Cooperazione Internazionale Sud Sud), dal titolo “Il cinema per il cinema: siamo con Jafar Panahi”, che prevede la proiezione congiunta in vari comuni di Puglia e Basilicata dei film del regista iraniano, con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi su questo come su tutti i numerosi casi di grave violazione dei diritti umani che si sta perpetrando in Iran.
Si partirà, in occasione del Noruz, da più di 2500 anni il Capodanno iraniano, il 21 marzo 2010, alle ore 20.30, presso l’Auditorium Santa Croce di Bisceglie con la proiezione de “Il cerchio”, film con cui Panahi si è aggiudicato il Leone d’Oro a Venezia nel 2000 e che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo. Alla proiezione, organizzata da Cineclub Canudo, Etnie Aps Onlus, Circolo Arci Open Source, seguirà un dibattito con il pubblico presente, a cui sarà proposto di firmare la petizione internazionale promossa dal premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel e dal fondatore di “Un ponte per” Fabio Alberti per l’immediata scarcerazione di Panahi e degli altri arrestati in Iran.
Gli appuntamenti con il cinema di Panahi proseguono per tutto marzo con altre importanti iniziative promosse da Recidivi, che ha aderito all’iniziativa nazionale “Spezziamo il cerchio del silenzio” che si svolgerà il 26 marzo presso la Casa del Cinema di Roma, estendendo a macchia d’olio la mobilitazione su tutto il territorio nazionale. A partire dal 25 marzo in Puglia e Basilicata, in prima linea nel tentativo di spezzare il cerchio dell’indifferenza e della rassegnazione con proiezioni dei film di Panahi, dibattiti e testimonianze, ci saranno la Cooperativa Get e l’Accademia del Cinema dei Ragazzi presso la sede dell’Accademia del Cinema di Enziteto a Bari ed il 26 marzo, in concomitanza con l’evento di Roma, la Mediateca Provinciale di Matera ed il Circolo FICC “I Basilischi” a Matera, il Circolo Arci Tressett a Giovinazzo, l’Associazione Linea 5 e Gruppo Farfa a Molfetta ed altri in fase di organizzazione.
Dal giorno dell’arresto di Panahi e degli altri, numerosi esponenti del cinema e della cultura di quel paese, molti dei quali attualmente in esilio, si sono mobilitati per non far calare il silenzio su questi arresti e sulle drammatiche condizioni di reclusione in Iran. Abbas Kiarostami, maestro del cinema iraniano con cui lo stesso Panahi aveva esordito nel cinema come assistente alla regia in “Sotto gli ulivi” (1994), l’8 marzo scorso ha coraggiosamente scritto una lettera aperta, pubblicata su un quotidiano di Teheran e ripubblicata dal New York Times, chiedendo la liberazione dei colleghi Jafar Panahi e Mahmoud Rasoulof e degli altri imprigionati dal regime, per i quali «il cinema non è un crimine […] ma una necessità vitale”.
Shirin Neshat, esule da sempre dal suo Iran, videoartista e regista Leone d’argento a Venezia per il film “Donne senza uomini”, da poco nelle sale anche in Italia, in un’intervista afferma «contro i talenti del Paese questo governo è capace di tutto, delle peggiori atrocità. Siamo terrorizzati per ciò che potrebbe accadere alle persone detenute. Perché questo governo vede la creatività come una minaccia: arrestare Panahi, o altri registi celebri, è un modo di dire a tutti gli altri artisti “state buoni, non vi ribellate”».
Il cinema di Panahi ci chiede di impegnarci in prima persona, perché come dice Kiarostami «La bellezza dell’ arte sta nella reazione che suscita». Di questo Panahi era ben consapevole, al punto da affermare: «Essere un regista in Iran è molto difficile per chiunque voglia rimanere indipendente da chi comanda. Io ho sempre cercato di esserlo, facendo film che piacessero a me e non a determinate persone. Per quelli come me c’è un prezzo da pagare, e fino ad ora io mi sono potuto permettere di pagarlo».

Jafar Panahi esordisce nel cinema come assistente alla regia in “Sotto gli ulivi” (1994), del maestro del cinema iraniano Abbas Kiarostami. Passa alla regia nel 1995 con “Il palloncino bianco”, con cui vince la Camera d’or al festival di Cannes. La sua opera seconda, “Lo specchio” si aggiudica nel 1997 il Pardo d’oro a Locarno. “Il Cerchio”, nel 2000, film sulla condizione delle donne sotto il regime islamico in Iran, oltre a vincere a Venezia conquista critiche entusiastiche in tutto il mondo e ottiene il premio Fipresci come film dell’anno. Tra gli altri suoi film, “Oro rosso” (2003), premio della giuria di Un certain regard a Cannes, e “Offside” (2006), che conquista il Leone d’argento e il gran premio della giuria a Berlino.
RECIDIVI è un’Associazione di Promozione Sociale che ha sede a Bari e che riunisce oltre quaranta soci tra persone fisiche e giuridiche che lavorano nel campo del cinema e di ogni altra applicazione passata, presente e futura delle arti audio visuali. RECIDIVI infatti sta per REte del CInema, del DIgitale e del Video di Puglia e Basilicata. Il suo scopo è fare sistema, mettendo in comune i REpertori CInematografici DIgitali e VIdeo e creando con questi una rete di public library. La Rete quindi come EUTOPIA (buon luogo) per fare Sistema e produrre EUTROPIA (un buon movimento).

Viale Ionio, Fiera del Levante, Torre B – pad. 118 – 70123 Bari
Tel: +39 080 5122200 – 3404607498 – 3477893733 – 340 2215793
recidivionline@gmail.com – info@cineclubcanudo.it
http://recidivi.ning.com/

Il cinema per il cinema – comunicato

Rai 3, TGR-Puglia (22 marzo 2010)

 

Foto Cineclub Canudo

DSC00382 DSC00388 DSC00389