La TV di Roberto Rossellini (2007)

locandina

La TV di Roberto Rossellini

film in programma a maggio 2007 ogni lunedì ore 21.00

Centro Giovanile Cappuccini (via M. Terlizzi, Bisceglie)

07/05 SOCRATE (1970)
14/05 BLAISE PASCAL (1971)
21/05 AGOSTINO D’IPPONA (1972)
28/05 CARTESIO (1973)

Tesseramento cineclubcanudo: euro 10,00 (ingresso riservato ai soci)
info: 340.2215793 / 340.6131760 / info@cineclubcanudo.it
web: www.cineclubcanudo.it

“Da parecchi anni ho smesso di fare il cinema. Mi preoccupo solo di fare dei programmi che ritengo utili per l’informazione. Siccome credo che ci sia bisogno di rimettere in ordine le idee generali per stimolare in chiarezza lo spirito di progresso, mostro qual è la grande traiettoria della storia umana, che è sempre di progresso, che è sempre andata avanti, anche se ci sono stati dei momenti orribili e ritorni indietro. Se cominciamo ad avere chiaro l’arco delle cose, forse possiamo proseguire meglio. Per questo non faccio più cinema spettacolare e sono fra i pochissimi – e lo faccio male – che cercano di mettere insieme immagini che abbiano valore didascalico, o didattico. Ma senza pedagogia, sia chiaro: si tratta di far presenti i vari lati del problema”.

(Dibattito su Rossellini, a cura di G. Menon, Roma, Partisan, 1969)

“Sono venuto al cinema carico di tutto il mito del cinema. Dal mito del cinema ho cercato di uscire. Uno si libera poco alla volta. Si libera poco alla volta perché la ragione si matura poco alla volta. Ora, un’altra delle cose che mi preoccupa in modo fondamentale è l’onestà, cioè di non essere suggestivo, quindi di spogliare l’immagine di tutti i possibili ingredienti di suggestione, per rimanere alle cose”.

(Roberto Rossellini, P. Baldelli, Roma, Samonà e Savelli, 1972)
Dopo la celebrazione, l’anno scorso, del centenario della nascita di Roberto Rossellini ed a trent’anni dalla sua morte nel 1977, il Cineclub Canudo propone una rassegna, curata da Antonio Musci e Daniela Di Niso, intitolata “Rossellini anno zero”, che si terrà ogni lunedì a partire dal 7 maggio, alle ore 21.00, presso la sala proiezioni del Centro Giovanile Cappuccini di Bisceglie (sito in via M. Terlizzi, nei pressi della Chiesa Cappuccini). Si tratta di quattro film realizzati per la RAI nei primi anni settanta, che fanno parte dell’ultima e meno nota produzione televisiva del grande maestro, dedicati alla divulgazione della vita e dell’opera di importanti filosofi. Si comincia il 7 maggio con Socrate (1970), per proseguire il 14 con Blaise Pascal (1971), il 21 con Agostino d’Ippona (1972) ed infine il 28 con Cartesio (1973).
Il nome di Roberto Rossellini è per la critica italiana indissolubilmente legato ai suoi film del periodo neorealista dell’immediato dopoguerra, alla trilogia Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Germania anno zero (1947), o al limite ai film del periodo successivo, con protagonista Ingrid Bergman, Stromboli, terra di Dio (1949), Europa 51 (1952), Viaggio in Italia (1953).
Sembrerebbe che l’impegno del grande maestro sia terminato agli inizi degli anni cinquanta, dopo un’intensa produzione in cui, infondo, è la specificità del momento storico, il periodo postbellico, la cifra distintiva del cinema di Rossellini. Da questo punto di vista si dovrebbe dunque liquidare come marginale, o perlomeno minore, tutta la sua produzione successiva, quella per così dire didattica?
Che dire allora del Rossellini televisivo, o meglio della TV di Rossellini?
A metà degli anni sessanta egli si dedicherà esclusivamente alla televisione, abbandonando il cinema per circa un decennio, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio con cui condividere le proprie conoscenze. L’intento di Rossellini è quello di informare piuttosto che educare, poiché, come egli sostiene in un’intervista rilasciata nel 1962 alla rivista Cahiers du Cinéma: «l’educazione comporta l’idea di guidare, dirigere, condizionare, mentre noi dobbiamo andare alla ricerca della verità in un modo infinitamente più libero».
Fa un certo effetto oggi, dopo oltre trent’anni, rileggere le dichiarazioni di Rossellini a sostegno di questa sua scelta, motivata da una grande fiducia nelle potenzialità espressive della televisione, allora più libera rispetto al cinema dai condizionamenti del mercato e dello spettacolo. Peccato che circa un decennio più tardi questa libertà sarebbe stata spazzata via dall’avvento delle TV commerciali, che declinando completamente qualunque funzione genuinamente (rossellinianamente) didattica, mostreranno in tutta evidenza l’altra faccia del mezzo televisivo, in quanto strumento per esercitare il controllo sociale. Il pericolo di questa deriva non doveva essere sconosciuto a Rossellini, dal momento che già in un’intervista del 1959 affermava, sempre dalle pagine della rivista Cahiers du Cinéma: «Da quando faccio il cinema, sento dire che bisogna fare film per un pubblico che ha la mentalità media di un bambino di dodici anni. È un fatto che il cinema (ne parlo in generale) – come la radio, la televisione e tutti gli spettacoli che sono dedicati alle masse – ottiene una specie di cretinizzazione degli adulti e all’opposto, accelera enormemente lo sviluppo dei bambini. È di qui che viene questa mancanza di equilibrio che si constata nel mondo moderno: l’impossibilità di comprendersi».
E ancora, sempre sulla stessa rivista nel 1962: «Uno dei drammi dell’umanità è che gli uomini sono utili alla società in quanto consumatori. Essi sono una cellula del tubo digerente. Questa umanità consumatrice deve cercare di avere davanti a sé un nuovo orizzonte».
Tornare all’anno zero degli esperimenti televisivi di Rossellini vuol dire, con le parole di Rossellini, «cercare di avere davanti a sé un nuovo orizzonte».

Le rassegne del Cineclub Canudo proseguiranno ogni lunedì alle 21.00, presso il Centro Giovanile Cappuccini con altre interessanti proposte, tra cui a giugno la rassegna “La vita è movimento”, dedicata al regista Max Ophüls, a luglio “Indagine su un cineasta al di sopra di ogni sospetto”, dedicata ad Elio Petri, a settembre “Quattro notti di un sognatore”, dedicata a Robert Bresson e infine “Under the influence”, dedicata a John Cassavetes.

 

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